“Come funziona e come si misura il battito cardiaco?”: abbiamo posto questa domanda, per una nuova puntata sul tema della prevenzione, al dottor Giuseppe Berton, medico cardiologo, nonché fondatore e presidente dell’ABC Study on Heart Disease Foundation-ONLUS, con sede all’ospedale civile De Gironcoli di Conegliano, e responsabile del progetto regionale veneto per la ricerca su malattia coronarica e neoplasia.
Come ha spiegato il cardiologo, il battito cardiaco nasce da un impulso elettrico che parte da una regione del cuore (il nodo del seno, situata nell’area atriale destra), ovvero un piccolo agglomerato di cellule nervose da cui parte un impulso elettrico, che si propaga attraverso il cuore stesso, da cui a sua volta si genera la contrazione.
Da qui prende origine il flusso sanguigno, che porta l’ossigeno agli organi del nostro corpo, fornendo l’energia necessaria alla vita.
Il nodo è sotto stretto controllo del nostro cervello, un controllo che avviene per via nervosa ortosimpatica e parasimpatica.
Nel primo caso, ad esempio in uno stato di paura, di stress o di impegno sportivo, aumenta l’attività cardiaca, e quindi anche la frequenza del battito, in modo tale che il corpo possa avere un’adeguata reazione di fronte a queste condizioni emotive, tramite un “circolo attivo e forte”.
Nel secondo caso, invece, in uno stato di rilassamento si verifica un rallentamento della frequenza del battito cardiaco.
Ma cosa si intende per “frequenza cardiaca”? “Si tratta del numero di battiti del cuore al minuto – ha spiegato il medico – e la sua attività elettrica, che nasce dal nodo del seno, viene letta nell’elettrocardiogramma”.
Misurare il numero dei battiti al minuto è un’azione che è possibile fare anche a casa, tenendo presente che una buona frequenza ne conta circa da 65 a 80 al minuto.
“Al mattino, prima della colazione e in situazione di rilassamento, ci si mette seduti – ha illustrato il cardiologo – e poi si posiziona il pollice sull’arteria radiale (il polso). Quanto più il battito è tenuto basso e tanto più la cosa è benefica”.
Ovviamente, come specificato dal dottor Berton, si deve tenere presente la media dei 65-80 battiti al minuto, per una condizione di normalità, in quanto una frequenza intorno a 40 battiti è troppo bassa, mentre una di 95-100 battiti è al contrario considerata elevata e possono essere entrambe indicative di uno stato di malattia.
“È importante per la buona salute conoscere il proprio battito – ha concluso il dottor Giuseppe Berton – e la propria frequenza cardiaca”.
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