Dopo la definizione del termine “prevenzione”, fornita nello scorso servizio realizzato da Qdpnews.it da Giuseppe Berton, noto cardiologo dell’ospedale di Conegliano e fondatore dell’ABC (Adria, Bassano, Conegliano and Padova Hospitals) Study on heart disease foundation (vedi articolo), stavolta il medico ha voluto approfondire questo tema, andando anche su alcuni aspetti pratici della questione.
L’attività principale della Fondazione (link), infatti, è da molti anni quella di seguire ben 798 pazienti, nel periodo successivo all’infarto che li ha colti, valutando tre aspetti principali: la comparsa di eventi non fatali come un nuovo infarto, ictus e neoplasia, il tipo di terapia seguita negli anni (comprese le angioplastiche coronariche e i bypass per la riapertura delle arterie), e infine le cause di decesso. Un lavoro condotto da 22 anni e destinato a proseguire, su cui è stato impostato il programma di ricerca della Fondazione.
Recentemente, gli studi condotti da questa realtà di ricerca, ora nella nuova sede dell’ospedale De Gironcoli di Conegliano accordata dall’Ulss2, hanno messo in luce “una possibile radice comune tra la malattia del cuore e la patologia neoplastica”: una via di ricerca seguita da importanti centri di ricerca internazionali, come l’Università delle Florida e del Wisconsin, con cui la Fondazione ha instaurato una collaborazione scientifica.
Il medico, infatti, aveva già chiarito che esiste un legame tra diverse patologie e comprendere tale aspetto sta alla base del concetto stesso di prevenzione: aspetti che questa realtà coneglianese, impegnata nella ricerca, ha avuto già modo di presentare sia a livello nazionale che internazionale, pubblicando i dati sulle maggiori riviste accademiche e scientifiche.
“L’incidenza delle neoplasie nel soggetto cardiopatico è molto elevata, come dimostrano i dati osservati sui pazienti seguiti per tanti anni”, ha osservato il dottor Berton.
“Un aspetto che diventa, quindi, cruciale per poter lavorare a livello preventivo – ha spiegato il medico – È importante sapere che non si conoscono ancora le cause nè dell’infarto nè delle neoplasie: si tratta di complessi meccanismi plurifattoriali”.
“Conosciamo invece numerosi fattori di rischio, che favoriscono entrambe le malattie – ha proseguito – Il più noto forse è il fumo, che favorisce sia l’infarto che le neoplasie. Da alcuni anni si ritiene che anche una base infiammatoria, che persiste nel tempo, possa essere associata a queste malattie”.
La comparsa del tumore nel malato di cuore è un tema che ha coinvolto anche centri di studio americani: come ha specificato Berton, infatti, serve “studiare bene la loro relazione e mettere ordine nella materia” per capire, quindi, il modo migliore con cui intervenire preventivamente in tanti casi di pazienti cardiopatici.
Sicuramente, ha ribadito il cardiologo, la gestione della vita quotidiana fa la sua parte in tutto questo contesto e seguire una serie di buone regole di comportamento potrebbero essere “più efficaci di una pastiglia!”. Basti pensare a quanto può essere utile svolgere una lieve “attività fisica isotonica” (come una semplice camminata, fatta in modo regolare) per avere chiari benefici.
Un’altra buona regola da mettere in pratica, secondo il dottor Berton, è quella di “curare bene ogni tipo di processo infiammatorio in atto nel proprio organismo”: fare ciò, infatti, riduce il possibile insorgere di altre problematiche.
E quali sono le regole da mettere in pratica nel quotidiano? Ad esempio a tavola, per quanto riguarda il movimento fisico oppure lo stress che caratterizza i nostri tempi moderni? Questi temi saranno al centro dei prossimi appuntamenti con il dottor Giuseppe Berton.
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